Ritratti
![]() Una matita. Una tavola. Dei colori. Una penna. Un taccuino. E il gioco è fatto. Alcuni personaggi del calcio a 5 nostrano ritratti come non li conoscevate. |
Ritratti - Fabrizio Pianosi
Questa settimana il ritratto è dedicato a Fabrizio Pianosi, allenatore del Città Futura Montecchio. Microfono allora a Matteo Magnarelli e matita al nostro Artista (Daniele Cardinali) per conoscere meglio il tecnico pesarese. Mister e gentiluomo.
“Mi chiamo Fabrizio Pianosi, sono nato a Pesaro, pesarese purosangue...”. ...E si sente... “(sorride, ndr) Sono nato il 27 Novembre del ‘56, sono sposato ed ho un figlio. Di professione sono impiegato in una famosa azienda telefonica”. Nel calcio a 5 invece, cosa fai? “Faccio il mister, anche se dire mister è una parola grossa”. Che peso ha il calcio a 5 nella tua vita? “Sicuramente 10, perché in tutto quello che faccio cerco sempre di dare il massimo. Poi... se valgo 10 è un altro discorso”. Riesci a immaginare la tua vita senza calcio a 5 ? “Faccio molta fatica. Magari può non essere calcio a 5, ma senza sport no. Perché se non sto nello sport, non sono più io. Questo lo capisce anche la mia famiglia. Quando vede che per qualche motivo sono fuori dallo sport... divento nervoso, divento ingestibile (sorride ancora, ndr)”. Quanto è importante la tua famiglia? “Molto! Ho una moglie e un figlio favolosi. Mia moglie mi seguiva dall’inizio, quando giocavo a calcio. Mi ha seguito poi anche nella carriera da allenatore. Con lei molte volte mi confido, lei capisce quanto è grande la mia passione e mi appoggia in pieno”. Il lavoro invece che peso ha per te? “Tanto. Ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace molto... Molte volte, sembra assurdo, ma non vedo l’ora di andare al lavoro per fare tutto ciò che devo fare”. Tu sei un cultore del rispetto e del fair play: come pensi di poter trasmettere questi valori ai giovani di oggi? “Tocchi un tasto per me molto, ma molto importante, perché cerco di trasmettere ai ragazzi quello che i miei genitori hanno insegnato a me. Io penso che prima di tutto una persona deve essere un uomo, prima ancora di essere uno sportivo. Quando parlo di uomo, vuol dire essere corretto con i compagni, con gli avversari, con gli arbitri. E a questa cosa qui ci tengo in modo enorme”. Se ti arrivasse un’offerta importante dalla serie A, con tanti soldi in ballo ma anche impegni, chilometri e sacrifici da fare, ci faresti un pensierino? “Allora: c’è una parte di me che partirebbe subito ed è quella irrazionale. Però quella razionale capisce che la famiglia, il lavoro... insomma ci sono cose oggi, arrivati ad una certa età, molto più importanti. Però ad Appiano Gentile mi ci vedrei alla grande, magari anche a fare il magazziniere! (ride, ndr)”. C’è un sogno nel cassetto nel cuore di Fabrizio Pianosi? “Ce l’ho perché mi pace sognare ed è quello di metter su una scuola di calcio a 5. Lo sto sognando con tutto me stesso e penso che prima o poi lo realizzerò”. Una cosa che non accetti dai tuoi giocatori qual è? “Non accetto che contestino sempre le decisioni arbitrali, che riprendano il compagno quando sbaglia. Accetto solo critiche su se stessi. Perché solo così riusciamo a crescere e non trovare per ogni cosa una scusante o una motivazione per dire “non è colpa mia”. Prendiamoci le nostre responsabilità: così si diventa un gruppo e si vince”.
“In particolare non ne ho. Vorrei solo dire che ogni volta che si chiude una porta... si apre un portone. Ripenso, per esempio, a quella volta che sono stato esonerato, qualche anno fa. Pochi mesi dopo mi ha chiamato il Pesaro Five e abbiamo conquistato la serie B. Quindi dalla disperazione più completa, sono arrivato a toccare il cielo con un dito”. Se non avessi fatto il lavoro che fai, cosa avresti fatto? “L’insegnante: per trasmettere le cose che so”. C’è un rimpianto nella tua carriera? “No, perché tutte le scelte che ho fatto, le ho fatte in maniera consapevole”. Invece la più grande soddisfazione qual è? “Col Pesaro Five è stata una soddisfazione grande. Però mi piace molto ricordare le due salvezze raggiunte con l’Atletico Urbino”. Fabrizio sei stato gentilissimo. Come di consueto ti chiediamo di salutarci commentando la vignetta che l’Artista ha disegnato per te... “E’ la prima volta che mi vedo ritratto in vignetta. Mi piace questa fila di libri perché mi rappresenta. Forse mi sarei disegnato con gli occhiali sulla testa, perché è un mio segno caratteristico. Tornando ai libri: non ti nascondo che ne leggo un bel po’... per cercare di migliorarmi”. Grazie Fabrizio. “Grazie a voi”.
Matteo Magnarelli Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. L’Artista (Daniele Cardinali) Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Commenti (6)
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