La nuova vita sportiva di Claudia Catena: "A Falconara lascio il cuore, all'Atletico Chiaravalle vengo per vincere."
Autentica bandiera nonché capitano storico del Città di Falconara, squadra con la quale ha disputato nella scorsa stagione il massimo campionato nazionale femminile, la Serie A élite. Ma questo, di Claudia Catena, lo sanno ormai anche i muri.
Quello che forse non sanno e che da fuori non si vede, è che, barcamenandosi quotidianamente tra lavoro, sport e vita privata, Claudia ha guidato silenziosamente le sue compagne dalla Serie C fino al cospetto di mostri sacri del Futsal italiano e mondiale, sempre con orgoglio, a testa alta, e sempre, soprattutto, con quel suo sorriso inconfondibile.
Per questa sua dolce tenacia si è guadagnata negli anni il rispetto di tutto l'ambiente, a prescindere dai colori. Quando si parla di Claudia anche il tifoso più sfegatato ammaina, per un momento, la sua bandiera, ed è giusto che sia così.
Per gli addetti ai lavori è difficile pensare ad un Città di Falconara senza Catena e viceversa, ma si sa, spesso la vita è fatta di scelte e quasi mai facili.
Oggi “Capitan Sorriso” ci racconta la sua.
Hai fatto la storia del Città di Falconara, società che hai visto nascere e che hai contribuito a portare ai massimi livelli. Anche le più grandi storie d'amore finiscono?
“Si, diciamo che sono una delle giocatrici che ha dato vita alla squadra, portandola dalla serie A all'élite. Poi purtroppo l'impegno è diventato troppo grande quindi ho deciso di prendere un'altra strada, ma si tratta più di una scelta di vita che sportiva.
Mi sono resa conto che era diventato un impegno che mi toglieva troppe energie, che ho bisogno invece d'impiegare sul lavoro e su tante altre cose che fino ad ora ero solita trascurare da settembre ad aprile.”
Com'è maturata la decisione di non continuare con questa maglia?
“É stata una decisione maturata nel tempo, già l'anno scorso ero titubante nel cominciare la stagione, nel senso che sentivo che poteva essere un impegno più grande di quello che potevo affrontare e soprattutto gli ultimi mesi, quando gli oneri di lavoro si sono moltiplicati ho capito che i miei timori erano fondati.
Sono felice di aver fatto un anno in élite e se tornassi indietro non cambierei niente, ma nonostante questo tutti i segnali mi hanno fatto capire che probabilmente era giunto il momento di chiudere questo capitolo e di aprirne un altro.
Il Città di Falconara quest'anno, tra l'altro, ha intrapreso una strada che prevedeva ulteriori allenamenti e un impegno ancora maggiore che io non potevo proprio sostenere.”
Farà un certo effetto non vederti scendere in campo al Pala Badiali. Tu come vivi questo momento?
“È stato difficile. Già solo il pensiero di non vestire quella maglia per me è come una coltellata e me ne sono resa conto davvero soltanto il giorno in cui ho detto il definitivo “no”, fino a quel momento forse non ne avevo preso coscienza.
Poi ho fatto l'annuncio ufficiale su Facebook e mi sono arrivati tantissimi messaggi, per ognuno dei quali ho versato un milione e mezzo di lacrime.
Ricordo che era un martedì ed è stata una serata difficile , mi sono passati davanti tanti momenti, tante situazioni e tante emozioni, anche perché quello che condividevo con la società e con le ragazze andava oltre il campo, parlo di rapporti umani, mi capitava la sera anche quando non avevo allenamento di passare al campo per esempio, per tutto questo posso dire che si è interrotto proprio un percorso di vita prima che sportivo.
Sono convinta però che i legami con le persone restino, oltre la maglia, oltre il tempo, oltre i problemi e penso che quello che mi è rimasto sia veramente tanto.”
A Falconara lasci quella fascia da capitano che con la tua partenza diventa una responsabilità pesante. Cosa ti senti di dire a chi la sta ereditando?
“Penso di essere cresciuta nell'ultimo periodo come Capitano, perché nonostante il poco tempo, la stanchezza, gli infortuni e il giocare meno rispetto agli scorsi anni, ho sempre cercato di aiutare le compagne, di capire che problemi ci fossero se notavo una compagna in difficoltà, anche un messaggio, una domanda, penso siano cose che fanno piacere.
Ho cercato di andare incontro a tutti e di mediare nei momenti di scontro, che possono verificarsi durante una stagione, sempre cercando di creare durante gli allenamenti un clima positivo e di allegria, elementi che ritengo vitali per la sopravvivenza e la stabilità di un gruppo.
Fare il capitano non è facile, devi valutare quando è il momento giusto per fare o non fare qualcosa, capire quando basta un gesto e quando invece serve una chiacchierata.
Penso che Ela (Elisa Magnanti, ndr) sia la persona giusta perché ha il carattere che ci vuole, si mette a disposizione della squadra, non si arrende mai, insomma, sono tranquilla perché so che la fascia rimane nelle mani di una persona che stimo e che è assolutamente all'altezza del ruolo che l'aspetta.”
Andiamo al tuo futuro. Vuoi dirci tu in quale squadra sarà e perché?
“La mia nuova squadra sarà l'Atletico Chiaravalle. Sinceramente all'inizio avevo pensato di smettere definitivamente, poi però mi sono resa conto che questo sport effettivamente per me è troppo importante e forse chiudere così mi sarebbe dispiaciuto.
Quando ho ricevuto la proposta del Chiaravalle sono rimasta molto soddisfatta anche perché è un bellissimo ambiente che mi ha colpito e del quale sono rimasta molto contenta.”
Che cosa ti aspetti dalle tue nuove compagne e dall'ambiente chiaravallese?
“A Chiaravalle hanno piacere di fare le cose seriamente e di farle insieme divertendosi e già dalla prima cena alla quale ho partecipato mi sono trovata subito bene, penso che i presupposti per fare bene ci siano tutti.
Sono molto competitiva per natura quindi se sto andando a Chiaravalle è perché credo si possa fare bene e si possa provare a vincere qualcosa. É nella mia mentalità, non ho deciso di andare all'Atletico per fare allenamento e divertirmi in leggerezza e basta.
Sicuramente è un impegno meno gravoso e mi porterà via meno tempo ma nella mia testa resta comunque la voglia di raggiungere dei risultati, come vincere la Coppa e salire in serie A perché come ho già detto i presupposti ci sono. La società si impegna molto e sa quello che vuole quindi è giusto provare a regalargli qualcosa d'importante.”
Che cosa ti aspetti invece da Claudia?
“Spero di ritrovare quella spensieratezza, quella serenità e quel divertimento che nell'ultimo periodo avevo un po' perso, per tanti motivi, in primis quello di arrivare al campo sempre già molto stanca e non godermi a pieno l'esperienza bellissima che stavo facendo. Mi aspetto di ritrovare il semplice gusto di giocare ma avendo sempre davanti l'obiettivo, cioè lo stimolo a voler raggiungere qualcosa d'importante.
A livello personale inoltre spero di segnare qualche gol. Visto che in élite è abbastanza difficile, mi auguro che il campionato di Serie C mi faccia ritrovare un po' confidenza in zona rete, sempre cercando di dare il duecento per cento di me stessa perché sono fatta così e non intendo fermarmi di fronte a niente.”
Giulia Domenichetti
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Commenti
Sei un esempio per tutti..
Buon anno calcioacinquist ico e, per i gol fattene una ragione dai, dopo tanto tempo rassegnati!
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